Odyssey annuncia il ritrovamento della 'Marquise de Tourny'

E' ancora una volta Odyssey Marine Exploration, la potente compagnia americana di ricerche archeologiche sottomarine, più volte al centro di polemiche e feroci accuse per quelle che sono state spesso considerate vere e proprie razzie,  ad annunciare il ritrovamento di un nuovo importante relitto. L'équipe d'oltreoceano avrebbe infatti identificato i resti della Marquise de Tourny, nave corsara da 460 tonnellate, armata con 25 cannoni di ferro lunghi 3,20 mt., impiegata dai francesi per contrastare i traffici commerciali dell'Inghilterra alla metà del XVIII secolo. 
La nave, rinvenuta già nel 2008 a 80 metri di profondità nel Canale della Manica, 60 miglia a sud-est di Plymouth, è stata riconosciuta sulla base della campana di bordo da 52 kg, che reca il nome dell'imbarcazione in latino e l'anno del varo, il 1744, oltre ad una serie di motivi decorativi comprendenti un fregio di fiordalisi, un delfino e delle scene di cavalleria.
Al di là delle dichiarazioni orgogliose dei vertici di Odyssey su quella che ufficialmente considerano "la missione di riportare alla luce  il mistero e la storia dei relitti per il pubblico e per la comunità scientifica" , desta preoccupazione il rinvenimento della Marquise (una delle quattro navi corsare finora ritrovate nel mondo), da parte di una compagnia coinvolta in  grandi scoperte (si pensi al ritrovamento della HMS Victory ) ma anche in grandi dispute internazionali -come quella relativa alla spoliazione del relitto della Mercedes, nelle acque dello Stretto di Gibilterra, che ha visto confrontarsi spagnoli e americani per un tesoro di oltre 500 milioni di dollari-  che hanno causato spesso discredito generale (per il quale, ad esempio, il Messico vietò nel 2009 ogni ricerca alla compagnia nelle proprie acque).

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