Reperti in casa, subacqueo denunciato



Nonostante tanti progetti di sensibilizzazione nei confronti del patrimonio culturale sommerso, nonostante l'operato delle Forze dell'Ordine, esistono ancora in Italia subacquei spregiudicati convinti che i reperti archeologici, eredità comune e testimonianza del nostro passato, stiano meglio tra bacheche e garage di casa; trofei da esporre ad amici compiacenti, o da provare a vendere ad altri pseudo-amanti dell'arte, tra il desiderio di possesso del prezioso 'antico vaso' e le similgiustificazioni di chi crede di aver salvato un pezzo di storia dal presunto abbandono dei magazzini museali, senza neppur rendersi conto del danno irreparabile perpetrato al giacimento, della distruzione di contesti e rapporti, della sottrazione di un bene alla comunità scientifica e al pubblico. 
La Guardia di Finanza della Brigata di Torre Fantine ha appena reso noto di aver portato a termine una serie di perquisizioni nel foggiano, tra i ben noti tombaroli terricoli e il solito sub con la fissa della caccia al tesoro. Al sommozzatore, che si immerge da tempo nelle limpide acque del Gargano, sono stati sequestrati oltre trenta reperti archeologici indebitamente prelevati dal fondo del mare; ovviamente, è scattata anche la denuncia.
Non resta che augurarsi che le Forze dell'Ordine proseguano nella loro meritoria azione, e che operazioni del genere riscuotano la giusta eco attraverso i media, e possano essere un monito per i tanti cattivi frequentatori del mare che custodiscono il passato di tutti nelle loro abitazioni.

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