Ritrovata la Ragazzona, la nave più grande dell'Invencible Armada di Filippo II

Di fronte al disastro dell'Invincibile Armata, la poderosa flotta spagnola inviata nel 1588 a contrastare la crescita della potenza britannica, si dice che il re Filippo II reagì esclamando "Ho inviato le mie navi a lottare contro uomini, non contro tempeste. Ringrazio Dio per avermi lasciato risorse sufficienti a far fronte a questa perdita". 

Nel suo lungo periplo intorno alla Gran Bretagna e all'Irlanda, effettivamente, l'Armada era stata progressivamente ridotta ai minimi termini da una lunga serie di tempeste, incidenti ed eventi sfavorevoli, oltre che dall'azione logorante della flotta di Elisabetta, e le poche navi che rientrarono in Spagna portarono la testimonianza di una cocente battuta d'arresto alle mire del re cattolico.

Un gruppo di ricercatori riporta oggi in luce un nuovo tassello di questa storia lontana cinque secoli: nelle acque di Ferrol, in Galizia, gli archeologi dell'impresa Argos, con il supporto dell'Armada di oggi, la Marina Militare spagnola, hanno individuato i resti di quello che potrebbe essere il relitto della Ragazzona, la più grande delle navi a disposizione di Filippo II. Ammiraglia della squadra di Levante, la Ragazzona era una nave di fabbricazione veneziana, capitanata da Don Martin de Bertendona  e affondata l'8 dicembre del 1588, a un passo dal porto di La Coruna, in cui doveva riparare. I reperti, rinvenuti a 12 metri di profondità su un area di 900 mq, nell'area in cui si ipotizzava fosse avvenuto il naufragio, sono per gran parte pezzi di artiglieria e blocchi di concrezioni metalliche, risultato della lunga permanenza in acqua di diversi oggetti. Mancano reperti ceramici e residui del legname dello scafo. 

L'impressione degli archeologi intervenuti è che sul luogo, non lontano dalla costa e sito a bassa profondità, si sia verificato in anni recenti un vero e proprio saccheggio che ha disperso gran parte del patrimonio, compromettendo, al tempo stesso, la possibilità di recuperare informazioni importanti da un relitto così significativo. Nonostante ciò, quel che resta ha un suo valore, e va protetto. 

David Fernandez Abella (che ringraziamo, per le foto esclusive e per la disponibilità), ricercatore dell'Università di Santiago de Compostela e poliedrico titolare dell'impresa Argos, a capo della missione, ci ha raccontato i vari passaggi di questa campagna, dalla lunga ricerca bibliografica alle indagini in acqua, con la necessità di restringere il campo fino all'individuazione dei resti; da buon archeologo, ha precisato che i dati sono molto significativi anche se l'identificazione del relitto non è ancora certa al 100%: 

"Abbiamo trovato i resti di un relitto nella probabile zona di naufragio dell'ammiraglia della squadra di Levante. Ciò che più ci colpisce è l'artiglieria, molto eterogenea, precedente alla fase dell'artiglieria di Ordinanza (XVIII secolo). E' ancora presto per proclamarlo con totale certezza, però potrebbe davvero trattarsi dei resti della Ragazzona". 

Non  potevamo non terminare la nostra chiacchierata con un accenno al futuro. "Speriamo di poter completare lo studio di tutti i materiali rinvenuti in questa prima fase di lavoro", ci ha confessato l'archeologo, "per poter restringere il più possibile il range cronologico e poter procedere all'identificazione del relitto. Una volta completato lo studio della documentazione e dei dati raccolti, speriamo di trovare appoggi che ci diano la possibilità di proseguire con nuovi passi avanti nella ricerca e di approfondire l'analisi di questo naufragio. C'è ancora tanto da fare..."




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