Cina, iniziano i test in mare della nuova nave per ricerche archeologiche subacquee

Due anni fa annunciavamo su queste pagine l'intenzione da parte della Cina di varare una grande nave per ricerche archeologiche subacquee. Il gigante asiatico ha mantenuto la promessa, e ha investito oltre 12 milioni di dollari nello sviluppo e nella costruzione della nuova unità, nei cantieri Changhang Dongfeng.


La nave, lunga 56 metri e dotata delle più sofisticate attrezzature, è ormai una realtà, e ha iniziato nelle scorse settimane i primi test operativi nelle acque della prefettura di Chongqing. A breve, una trentina di persone, tra equipaggio e ricercatori, potranno dare il via alla prima campagna archeologica ufficiale a bordo dell'imbarcazione, probabilmente nelle acque delle isole Xisha (note in Occidente come Isole Paracel), nel Mar Cinese Meridionale. La scelta del piccolo arcipelago non è causale e si lega ad altri interessi: gli atolli e i numerosi scogli delle Paracel, infatti, un tempo parte dei possedimenti francesi d'Indocina, sono da anni al centro di un logorante gioco di forza e di resistenza da parte delle forze navali cinesi, taiwanesi e vietnamite, che frequentemente sfiorano lo scontro, per difendere gli interessi dei rispettivi governi nello sfruttamento di grandi bacini petroliferi localizzati nell'arcipelago.


Sarà poi la volta di nuove missioni, per un vero e proprio gioiello tecnologico che sarà in grado, una volta a regime, di operare con efficienza, e a costi contenuti, lungo gli oltre 18.000 km di sviluppo costiero del Paese, consentendo di accrescere la conoscenza di un patrimonio archeologico subacqueo potenzialmente immenso, ma per grandissima parte ancora da conoscere: in alcuni periodo della sua storia, infatti,  intervallati da fasi di chiusura, la Cina intrattenne intensissime relazioni marittime con mondi lontani; il centinaio di relitti finora individuati costituisce probabilmente soltanto un esiguo riflesso di questi traffici.




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