Torna alla luce il decimo rostro delle Egadi

Proseguono i lavori di ricerca condotti dalla Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana e dagli americani della RPM Nautical Foundation nelle acque delle isole Egadi, laddove il 10 marzo del 241 a.C. si scontrarono, per il dominio del Mediterraneo, le potenti flotte di Romani e Cartaginesi, durante le fasi finali della Prima Guerra Punica. 

A partire dal 2005, tra gli altri materiali individuati grazie all'operato di un team internazionale e all'ausilio di un potente apparato tecnologico, sono stati individuati ben undici rostri (ne davamo notizia, da queste stesse pagine nel 2008, nel 2010 e nel 2012). Nelle scorse ore, un ROV filoguidato, calato dalla nave Hercules, ha raggiunto il rostro Egadi 10, a 70 metri di profondità, 7 km ad Ovest dell'isola di Levanzo, e lo ha imbragato e recuperato, restituendolo, dopo quasi 23 secoli, alla luce del sole. 

Il prezioso reperto si trova in un buono stato di conservazione, e mostra notevoli affinità con i rostri Egadi7 e Egadi9, recuperati nel corso delle varie campagne del progetto ArcheoEgadi. Si tratta di un massiccio rostro in bronzo, appartenuto a una nave da guerra romana e caratterizzato da una struttura a tridente, con una decorazione raffigurante un elmo del tipo Montefortino e, con tutta probabilità, con le indicazioni epigrafiche relative all'attività dei quaestores, al di sotto delle concrezioni. Alcuni chiodi e frammenti di legno rappresentano le ultime tracce superstiti della giunzione dell'arma alla struttura della nave. 

I rostri già recuperati hanno permesso di ricostruire dettagli importanti di un capitolo fondamentale della storia di Roma. Si attendono ora i risultati del trattamento di restauro del nuovo manufatto, nella speranza di poter aggiungere ulteriori informazioni alla storia della battaglia.






[Si ringrazia la Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana per le splendide immagini]

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