La Spezia, localizzato il relitto dell'incrociatore Gioberti

Continuano a regalare sorprese le ricerche archeologiche in alto fondale nate nell'ambito degli accordi di collaborazione fra il MIBACT e la Marina Militare: stavolta dal mare riemerge la storia del Regio Cacciatorpediniere Vincenzo Gioberti, protagonista durante la Seconda Guerra Mondiale di oltre 200 missioni di guerra, e appena localizzato nei pressi dell’isola del Tino, nel Golfo di La Spezia, a circa 600 metri di profondità.

Il rinvenimento del relitto, affondato da un sommergibile il 9 agosto del 1943, è stato reso possibile grazie alle strumentazioni per ricerche profonde progettate dall’ingegner Guido Gay e installate sul catamarano Daedalus. Alla missione di documentazione, sul cacciamine Gaeta, hanno poi partecipato tecnici della Soprintendenza Archeologia della Liguria e lo stesso scopritore Guido Gay.

Il cacciatorpediniere Gioberti, lungo 106,7 metri e in grado di raggiungere una velocità di 39 nodi, faceva parte della 9^ Squadriglia Cacciatorpediniere con i gemelli della classe “Poeti” Alfieri, Oriani e Carducci. Costruito nel cantiere O.T.O. di Livorno fu varato nel 1936 e consegnato alla Marina l’anno successivo. 
Durante il conflitto 1940-43 partecipò a 216 missioni di guerra, tra le quali 12 di ricerca del nemico, culminate nelle battaglie di Punta Stilo, Capo Teulada, Gaudo e Matapan, Prima Sirte, Mezzo giugno e Mezzo agosto. 
Scortò con successo 60 convogli, ed eseguì 31 missioni di trasporto urgente di truppe e materiali, oltre a bombardamenti controcosta, pose di mine e caccia antisom, percorrendo complessivamente 74.071 miglia.





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